L’ onda impetuosa
che un mare inquieto fecondato
dalla luna
trattiene in sé.
Ne’ mormorii né bisbigli
alle sue rive
nel ribollir del sole,
ma un rotolar di pietre,
uno scavare il fondo
sì da ritrovar la luce. |
Per quel che dovevo
ho dato.
Né il giorno dopo né
quello passato.
Mi è misero il tempo
che il tutto
mi ha misurato.
Amo di quel che amo
i ritmi,
e il loro dolce eterno fluire.
Amo del mare
l’azzurro,
che sfuma nel cielo.
Amo
i tuoi occhi,
che tanto mi han saputo donare.
Amo, e nell’ amore
qui e ora
io voglio tornare
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